Mezza maratona del Lago maggiore 2016 – tre storie da ossigenati

Marzo 8, 2016by Marco Mazzara

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Continua la campagna “tu che gara fai!?” e la comunicazione all’indirizzo gare@oxygentriathlon.it dove i nostri ossigenati raccontano le loro imprese.

Oggi vi proponiamo i resoconti dell’esordiente Luca Guaralda e di Hubert RAUSCHER che migliora il suo PB, dopo la mezza maratona di domenica scorsa oltre al resoconto appena aggiunto del buon Marco Bertagli:

Luca Guaralda:

“era la prima gara competitiva che disputavo, e la prima su questa distanza, é andata meglio di quanto pensassi. Mi davo tra l’ora e 50 o 45 ma son partito forte per nn rimanere intruppato (avevo pettorale dell’ ultimo gruppo) le gambe giravano e sono arrivato ai 10 a 47′ poi mi sono assestato sui 5′ al km ho rallentato un po’ sulla salitina finale per concludere ancora sui 5′ sono contento anche x’ nn riesco ad allenarmi come vorrei ma correre il martedì insieme con Tommy è stato fondamentale x migliorarmi. Oxy is the best!”

Hubert RAUSCHER

Ciao ossigenati,

dopo Sabato 5 Marzo con tempo bruttissimo e nevischio caotico, le condizioni la domenica 6 Marzo erano eccellenti per fare la 9^ mezza maratona del lago Maggiore una gara fantastica. Giornata soleggiata, temperatura giusta (va bè, un po’ fresco…) e atmosfera piacevolissima tra i corridori e spettatori allo stesso modo. La gara era perfettamente organizzata in modo professionale, come negli anni precedenti, con nuovo Sport Expo a Verbania e nuova partenza in via Olanda a fianco del Torrente San Bernardino, facile raggiungibile in battello da Laveno J. Dopo aver augurato un “in bocca al lupo” ai ossigenati che ho incontrato, la gara si svolgeva lungo il golfo Borromeo sotto un sole primaverile, poco ventoso e con numerosi spettatori lungo il percorso. Grazie a  un pacemaker quasi soprannaturale, sono riuscito a migliorare il mio PB, e al fine sono arrivato in 1:24:38.”

 

Marco Bertaglia

6 marzo. La mia prima mezza maratona! La mezza del Lago Maggiore. Spettacolare. Ancor più con la nevicata del giorno prima e il sole splendente che ci accoglie per la gara.

Non avrei mai creduto di correre più di 10 km su strada. Mai dire mai. Otto settimane di preparazione quasi senza intoppi. Solo due allenamenti saltati. Eccomi pronto a partire. Nelle ultime settimane ho migliorato tanto i miei tempi ma inesperto e senza tempi ufficiali nella distanza da far valere quando mi ero iscritto, mi ritrovo nel settore D, in coda alla folla. Sono tra gli ultimi a partire. Mi dicono che siamo più di duemila. So che potrei concludere in circa un’ora e quaranta. Guardo i palloncini delle lepri “pace maker” che indicano due ore e venti e mi viene un colpo…

Partenza lentissima, camminando… un paio di minuti per arrivare a passare la linea di partenza. Cammino, corricchio, a mala pena faccio più di 5’30’’ al km. Strade bagnate, mucchi di neve, passaggi stretti e tanta, tanta gente. Nei primi km, a zig zag, alla fine faro circa 200 m in più. Ridacchio. Altri attorno a me imprecano contro la neve, la strada bagnata, la bolgia. Boh, non capisco… come si fa a imprecare con un sole così, un’aria frizzante ma non fredda? Io sono la gioia personificata!

Finalmente pian piano mi avvicino all’andatura che voglio tenere. Forse sono andato un po’ veloce: ho riportato la media a 4’35’’ e le gambe girano bene. Vedo su una schiena a qualche decina di metri da me le belle bollicine e i colori simpatici della nostra squadra. Accelero un pochettino, voglio raggiungere il compagno di squadra che non mi sembra di conoscere.

Lo raggiungo, è Andrea. Una splendida sorpresa: abbiamo esattamente lo stesso ritmo! Son passati pochi km, non ricordo, forse nemmeno cinque, faremo il resto della gara insieme. Sono convinto che ci siamo aiutati “senza quasi accorgercene”. Io senz’altro ho trovato una spinta in più a sopportare i due momenti di mini-crisi, dopo circa 12 km, e poi per gli ultimi tre.

Stringo i denti. Salitella verso Stresa a circa due km dall’arrivo. Che fatica! Con uno sforzo, trovo il fiato per dire: “Dai, Andrea, è quasi fatta!” Ma in realtà lo dico a me stesso!

Aumentiamo leggermente il passo. Vedo che mancano circa 500 m. Io penso e Andrea telepaticamente dice “ma quanto è lontano ancora questo arrivo?!” Simbiosi di sofferenze e soddisfazioni, tagliamo il traguardo insieme. Il mio “real time” è 01:37:33 proprio come speravo.

La telepatia tra due atleti che corrono all’unisono è inevitabile. Ancora una volta, io penso, Andrea – che è accolto dal suo bimbo subito dopo il traguardo – dice “voglio sempre correre con te!”

Una bellissima gara, davvero.